15 novembre 2007

Come gramigna

Frani il cielo.
Piovano le stelle.
In cascate di voragini,
s'apra la terra.

Si pieghino gli arbusti
al mio passare.
Con manto funebre
di foglie rosse
mi aprano il cammino.

Che il dolore non ha tempo
Come gramigna estirpata
Muore
E rinasce nuovamente.

30 luglio 2007

Erba alta nei tuoi occhi

Erba alta nei tuoi occhi
ondeggia al vento della sera.

Caldo, il tuo palmo
mi accarezza
e come laccio in dolce giogo
m' imprigiona.

Non odo più i rumori della strada.
Le sonorità della tua voce
son note musicali
di flauto incantatore.

Come zefiro
fresco e leggero
mi culli e mi addormenti.

E in verderame d'acquerello
avvolgi il mio riposo.

23 luglio 2007

Porgimi il tuo calice

Concedimi
Vita
Di vegliare con te
Fino al sorgere
di un nuovo mondo

Porgimi il tuo calice
Colmo di dolce nettare
o pieno di amar veleno

Lascia che mi disseti.

Che il bere da una coppa vuota
Non è vita
E non è morte.

26 giugno 2007

Nel silenzio

Il silenzio mi parla
nella notte mi sveglia e mi chiama per nome.

Mi sfinisce
Mi percuote le membra
e mai mi da pace.

Io mi volto
e con gli occhi chiusi mi tappo le orecchie

Ma mai fino ad ora ha taciuto il lamento del cuore.

18 maggio 2007

Il mio giardino

Pendono ciliegie dal mio albero in autunno
e rami pesanti si piegano al suolo.

Spighe di grano si scagliano al cielo
e al sole invernale si ricoprono d’oro.

Rossi i melograni si schiudono maturi
a seminar la terra in primavera.

Poi spazza la brezza le stagioni leggere
e leggera in estate cade la neve
a ricoprir i ricordi del mio giardino.

16 aprile 2007

Metamorfosi

Conosco 'si fatta emozione
euforia
allegria
agitazione.

Trepidante attendo il cambiamento,
arriverà
passerà
echeggerà…

Eppur mi sento strana e assente,
estranea
a mille forme differente.

Poi mi fermo
Soffermo il pensiero
E mi accorgo d’un tratto che cambia l’interno.
Non arriva da fuori,
dal mare d’inverno, da oriente o occidente.

È un bozzolo opaco
che schiude il suo guscio
che squarcia da dentro.
Crisalide o serpe
che cambia la pelle
che schiude le ali.

Son’io che cambio
e tutto par nuovo,
Il mare
L’oriente
Ponente e occidente.

20 marzo 2007

Tumide le tue labbra

Tumide le tue labbra
schiudono parole d'amore su altre labbra
... seppure è amore

Ho giaciuto con te
quando le nostre pelli
profumavano di giovinezza

Ora che maturità ci colse
di altri corpi ascolteremo il palpito
di altre labbra lo schioccare
da altre voci il nostro nome

e quando, di nuovo, tumide le tue labbra
si schiuderanno sulle mie
le troveranno ascitte
e capirai che l'ultimo grano della clessidra
è ormai trascorso

02 marzo 2007

ciclicità (in risposta ad un anonimo)

Molte son le favole che cadono
come foglie al primovento…

Quelle che resistono,
in mito si trasformano.

La fiaba in cui credetti
sopravvisse a molti inverni.

Per questo la rovina
quando giunse fu gravosa.

Ma la leggenda ha una suo eco
che risuona in ogni dove

Raggiunge il contadino mentre ara la sua terra
La madre che culla il suo bambino
Il commerciante che contratta la sua merce.

E anche se il guerriero è morto
e la fanciulla ormai assopita

La leggenda sopravvive
e riproduce la sua storia.

In altro luogo
In altro regno
In altro tempo
In altro cuore.

28 febbraio 2007

Commiato

Ricordo
Immagine sfocata di ciò che ero
Di ciò che fummo
Di te
Di me
Di ciò che è stato.

Sbiadisci ma non scolori.

Seppure ti sfocassi, ricordo, resteresti ancora
la traccia indelebile che lui è esistito
che davvero mi ha amata.

E resti qui.
Dentro di me.
Inciso sul rovescio degli occhi.
Impresso nelle carni
Sulla mia pelle
Che pure ha memoria.

E resti qui.
Di fianco a me.
Intorno a me.
Per le strade che insieme attraversammo
Nella folla che vide i nostri baci.
Nella piazza che ascoltò le nostre voci.

E mi congedo da te, ricordo.
come ci si congeda dalla terra
che seppellisce i nostri cari.
Mi congedo e piango.
Non più per te,
per averti perduto.
Perché mai si perde
chi si è posseduto.

Piango per ciò che ero io
Per ciò che eri tu
Per un tempo consunto
Felice e appassito.
Per il nostro amore
Non più sognato
e ormai svanito.

E mi congedo da te ricordo
Ti lascio indietro nel mio cammino.

E mi congedo da te, ricordo
Per continuare a vivere
pur ricordando

01 febbraio 2007

Vanità

Solo rumore è il tuo passo
non più richiamo

Solo lettere combinate a caso
è ormai il tuo nome per il mio orecchio

Solo filari di vele bianche nella tua bocca
non più sorriso

Solo parole vuote
le tue promesse

L’inclinazione cinica delle tue labbra
mi dice che sei mutato

Non pendono più maturi i frutti dai tuoi rami
Per adornarti non li hai colti e son marciti.

17 gennaio 2007

L’assenza

Di pastello si colora la sera
E il ricordo di te sbiadisce nell’anima

Anche così è stato breve il nostro incontro
Né mi consola il ricordo
Né le trepidanti promesse
Né i caldi baci

Eppur mi asseta la tua assenza
L’immaginario indugia nel ritorno
L’orecchio cerca roche voci

Poi chiudo gli occhi e mi vesto del tuo sguardo…

02 gennaio 2007

Inquietudine

Chi sono non lo so
Chi ero l’ho dimenticato
tra schegge di ricordi passati.

Ora muto,
cambio pelle,
assumo identità perdute
abbandonate
mai conosciute.

Eppur nel silenzio
ancora echeggia
un muto lamento
che mai trova pace.