10 giugno 2008

Come Gaeta

T’ho nutrito di parole
Nelle ore di giorni non nostri

E dei minuti rubati al tempo
Non restan che le ceneri.

Non grigie
Come quelle del legno che consuma nel camino.

Ma colorate
di tutte le sfumature in cui le emozioni prendon forma.

Per te son stata, o sarò ancora
Come Gaeta

Terra ove Ulisse albergò in Circe
Ed Enea trovò riposo e lo concesse alla nutrice

Per te son stata, o sarò
Come costone roccioso a cui aggrapparti

Come il mare sottostante
Che avvolge morbido i corpi che in esso vi si gettano

E nelle ore dei giorni che saranno nostri
Se avrai coraggio
La cenere risorgerà Fenice

26 maggio 2008

Di schegge di vetro

Di rotte schegge di vetro
Amerai il riflesso
Come specchio
Della tua immagine in frammenti

Con nessun guanto
Da falegname o vetraio
Proteggerai le tue mani

Che portano i segni di un passato tortuoso
Tra rocce e strapiombi
In cui hai desiderato cadere
Più che scalare.

E i bordi taglienti
Dei cocci raccolti
Brandirai come spada
Nelle le tue stesse carni
Per cercare la cura

24 aprile 2008

Giace il tempo

Giace il tempo immobile
Nella tua vita.

Sul volto degli altri scorrono
i tuoi continui e falsi mutamenti.

Occhi si sostituiscono ad occhi
Corpi si sovrappongono a corpi.

Ma nulla è trasformato
Mutata è solo l’apparenza.

L’amore che verrà, dici, sarà quello giusto…
E tutto si ripete.

Non si evolve ciò che sei
i cambienti esterni
non cambian la tua vita

L’inaffidabilità è la tua vera sfida.

21 aprile 2008

Non so dare nome a ciò che sento

Non so dare nome a ciò che sento
Passione
Amore
tra le due non so distinguer.

Se da sola esiste una,
appresso muore l'altra.
Passione si consuma
Amore si spegne.

Così, a te che sorgi dalle tenebre
non so dare un nome.
Se ti chiamassi amore
nessun si volterebbe.
Se ti chiamassi passione
svaniresti forse al mio toccarti.

Eppure esisti.
Bruci e non consumi.
Accendi e non ti spegni.

17 marzo 2008

La tua porta

La tua porta è troppo grande
per la mia umile presenza.

Le tue braccia troppo forti
per la mia schiena esile.

Nella tua fermezza
i miei tormenti t'appariranno
come confuso sciame d'api.

Le tue mani aperte
piene di sorprese
mi fanno vergognare
della mia miseria.

E il mio palmo è vuoto
se le linee della mia mano
non incontrano il tuo volto.

14 marzo 2008

Nel nostro abbraccio

L'amore non pretende
perdona e sa attendere
non è impaziente ma freme.

Più piccolo sarai tu
e più grande sarò io.
Più fragile sarò io
è più forte sarai tu.

Ti appoggerai a me
quando sarai stanco
ed io a te se vorrò conforto.

Nel nostro abbraccio sincero
semmai ritornerà
Dio mostrerà il suo volto.

11 marzo 2008

Come un chimico

Se il tuo corpo potesse parlare
elencherebbe tutte le ferite.

Le piaghe si aprirebbero
all'orecchio capace di ascoltare
e anelerebbero ad unguenti
capaci di curare.

Come un chimico
mescolerò sospiri, baci, carezze
e li spargerò come porpora
sulla tua pelle.

E nulla potrà salvarti
se non le mie mani
i miei versi
e ciò che io sono
... poca cosa di fronte all'amore.

E sul tuo corpo non più pomate
ma unguento degli dei.

15 gennaio 2008

Porgimi la lingua

Porgimi la lingua.
Con le mie mani
scioglierò il nodo
che la rende immobile

L'impasterò
con il calore, il sale
la gioia e il dolore
che portano con sè le parole.

Ci metterò un pò di lievito
affinchè si gonfi
tanto che per respirare
dovrai aprir la bocca e sputarla fuori.

E se dopo tutto questo
non parlerai ancora,
sarò la tua voce e la tua bocca.
Muoverò le mie labbra
come fossero le tue labbra.
Comporrò versi
come fossero i tuoi versi.

E ciò che non avrai ancora detto
si staccherà dalla mia gola...
E vivrà.

14 gennaio 2008

Prendimi la mano

Prendimi la mano,
cammineremo insieme lungo gli argini di un torrente
sulla strada sterrata di un viottolo di campagna
sul sentiero tortuoso di un passo di montagna.

Le nostre orme non si fermeranno,
perchè non c'è meta da raggiungere
nè casa in cui fermarsi.

Il cammino stesso è la nostra casa
Le nostre dita intrecciate il focolare
I nostri occhi che sorridono il rifugio.

02 gennaio 2008

Risveglio

Mi son svegliata, ad un tratto
come ci si sveglia al fragore di un tuono.

Mi son svegliata, ad un tratto
come si destano i bambini dall'incubo che li ha turbati.

Mi son svegliata, mio amore, all'improvviso
e tutto intorno a me è parso grigio e faticoso
rotto e usurato
in rovina e decadente.

E ciò che era fiorito
era ormai appassito.